Nel 1999, in vista dell’ormai probabile “tutto esaurito”, si cerca di dare una collocazione più adeguata ad un evento ormai destinato ad attrarre un pubblico sempre più numeroso ed esigente.
L’obbiettivo è quello di trasformare la manifestazione in un evento fisso, di rilevanza nazionale, con un’ambizione in più.
<<Stiamo già pensando al futuro – spiega Maurizio Falcone della cooperativa “Viva Città”, ideatore e direttore artistico della “Festa della Pizza” – l’idea di fondo è di ispirarsi al celebre “Oktober Fest” che ogni anno celebra la birra. Perchè non attivarsi per fare lo stesso anche con la pizza?>>.
È per questo motivo che la Festa della Pizza è costretta a spostarsi dal Centro Storico al Borgo Marinaro di via Ligea, nella zona del Porto Commerciale di Salerno.
La scelta, dettata da motivi logistici, risulta appropriata anche sotto il profilo culturale.
Ligea, insieme a Leucosia e Partenope, era una delle tre sirene che, dopo il vano tentativo di soggiogare Ulisse, si lanciarono nelle acque del mediterraneo Tirreno. La leggenda vuole che i corpi esanimi delle tre sorelle venissero ritrovati lungo il litorale campano: Partenope lungo il versante napoletano, Leucosia e Ligea sul versante salernitano.
E così, la II edizione della “Festa della Pizza”, tra un affascinante spaccato rupestre e il limpido orizzonte marino salernitano, si ricollega idealmente alle sue radici tutte mediterranee.
Cinque i giorni della kermesse: dal 14 al 18 luglio 1999.
Sedici le pizzerie partecipanti, il doppio rispetto alla precedente edizione, in rappresentanza di una fetta sempre più vasta del territorio campano.
L’iniziativa è sempre più destinata a promozionare, tutelare e valorizzare ulteriormente non solo la pizza ma tutti i prodotti agricoli che sono alla sua genesi: dall’olio d’oliva alla mozzarella di bufala, dalla farina ai pelati S. Marzano.
È il secondo, più grande, strepitoso successo, fra un coro di consensi di Pubblico, Istituzioni e Media.